Erano rimasti sul campo un centinaio di parigini quando, intorno alle 17, il governatore ordinò il cessate il fuoco e propose la resa purché venisse risparmiata la sua vita e quella dei suoi uomini. I rivoltosi accettarono le condizioni ma, una volta invaso il forte, decapitarono il governatore e liberarono i prigionieri. In quel momento si trovavano rinchiusi nella Bastiglia sette detenuti: quattro falsari, un libertino e due pazzi.
Alcuni giorni dopo, la Bastiglia venne distrutta per decreto dell’Assemblea Nazionale. Della demolizione si occupò l’imprenditore edile Pierre Francoise Palloy che ebbe l’idea di vendere le suppellettili e di far scolpire dei modellini della fortezza nei pietrosi divelti dall’edificio. La presa della Bastiglia segnò l’inizio di una rivoluzione lunga e difficile, costellata da momenti particolarmente drammatici e cruenti che non si limitarono a modificare la politica del Paese. La rivoluzione aprì infatti un sanguinoso periodo di guerre che coinvolsero diverse nazioni e che sconvolsero profondamente l’intera Europa.
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